
Assunzioni e diversità: i bias sono il vero ostacolo alla meritocrazia
Tutti dicono di voler una selezione meritocratica. Ma allora perché tante aziende finiscono per assumere persone molto simili tra loro? Spesso non è per cattiva volontà, ma per colpa dei bias cognitivi, che ostacolano la diversità e l’inclusione.
I bias che sabotano la diversity
Ecco alcuni meccanismi inconsci che agiscono durante la selezione:
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Bias di similarità: preferisci chi ti ricorda te stesso.
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Stereotipi inconsci: associ certe professioni a un genere, un’età o un background specifico.
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Effetto primacy: ti fai un’idea nei primi 30 secondi… e poi la difendi a ogni costo.
Perché la diversità fa bene alle aziende
Numerosi studi dimostrano che team eterogenei sono:
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Più creativi
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Più innovativi
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Più resilienti
Ma per arrivare lì, serve selezionare in modo equo. E questo non può avvenire senza prima riconoscere i propri bias.
Meritocrazia ≠ neutralità
Essere “neutrali” non basta. Anzi, è spesso un’illusione. Solo chi è consapevole dei propri meccanismi mentali può davvero applicare criteri meritocratici e oggettivi.
Conclusione
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